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Giù le mani dal Venezuela! Difendiamo il processo bolivariano

Nicholas-Maduro-Venezuelan-peopleSui media internazionali suona da un mese una grancassa mediatica sul Venezuela. E’ un discorso a senso unico. Chiunque, leggendo i testi delle agenzie di stampa internazionali non può fare a meno di pensare che esiste un governo delegittimato, che ammazza i manifestanti per strada, che abolisce la costituzione con la forza, che affama il proprio popolo.

Al coro dei media borghesi, si unisce quello dei media liberal e di sinistra (come Internazionale) che, in modo più subdolo, riporta sostanzialmente le stesse notizie. Il tutto viene ripreso da vari soggetti sociali che propagandano le stesse bufale, esaltano le immagini di guerriglia urbana che vengono diffuse dai media in nome di una estetica del conflitto che può fare a meno dell’analisi delle ragioni politiche. Proviamo quindi con questo testo a chiarire alcuni concetti di base che ci aiutino ad orientarci su ciò che succede realmente in Venezuela. Corrediamo il testo con alcuni reperti fotografici e video che possono rendere più semplice la comprensione. Andiamo quindi per punti, ponendoci una serie di domande.

In Venezuela chi governa? Quale sistema politico è in vigore? La gente muore di fame?

Attualmente è in carica il Governo regolarmente eletto del Presidente Nicolas Maduro. Il partito al potere è il PSUV (Partito Socialista Unificato del Venezuela). Si tratta dell’eredità del governo di Hugo Chavez che ha governato il Venezuela per 14 anni. In questo periodo, in Venezuela si è votato nel 1988, nel 2000, nel 2006 e nel 2012 sempre con elezioni certificate dagli organismi internazionali. Nel 2002, un colpo di stato ordito da una parte dell’opposizione politica, dell’oligarchia economica e dell’esercito ha destituito Chavez per pochi giorni. Al termine di un periodo di violenze e manifestazioni diffuse (con più di 40 morti accertati, dapprima addebitati dalla Stampa Internazionale al governo eletto ma poi risultati opera dei golpisti) il Comandante e Presidente Chavez è stato liberato grazie alla sollevazione degli abitanti dei Barrios e di una parte dell’esercito lealista(1).

Per spiegare meglio un video da you tube: Cosa succede in venezuela?

Alla morte di Chavez nel 2013, regolari elezioni hanno portato al governo Maduro (ex tranviere venezuelano, del PSUV). Il governo è appoggiato dal Partito Comunista Venezuelano e da altre forze di estrema sinistra, oltre che da numerosi movimenti popolari. La transizione è avvenuta in un momento difficile a causa del crollo internazionale del prezzo del petrolio. Il Venezuela è stato quindi colpito nella sua principale fonte economica. La nazionalizzazione dell’industria petrolifera sottratta alle multinazionali è infatti la principale fonte di sostentamento del paese i cui fondi sono stati utilizzati per numerose conquiste sociali a favore delle classi popolari. Nell’arco di 15 anni in Venezuela si sono ottenuti i seguenti risultati:

In 7 anni di governo Chávez il paese si è dichiarato libero dall’analfabetismo e tre milioni di venezuelani sono stati inseriti nell’istruzione primaria, secondaria e universitaria. Diciassette milioni di venezuelani (quasi il 70% della popolazione) ricevono, per la prima volta, assistenza medica e medicinali gratuiti e, in pochi anni, nelle intenzioni governative tutti i venezuelani avranno accesso gratuito all’assistenza medica. Si somministrano più di 1 milione e 700 000 tonnellate di alimenti a prezzi modici a 12 milioni di persone (quasi la metà dei venezuelani), un milione dei quali li ricevono gratuitamente, in forma transitoria. La questione è centrale in un Paese come il Venezuela dove le persone sottonutrite sono cresciute dal 1992 al 2003 del 7%, raggiungendo la cifra di 4,5 milioni. La malnutrizione è scesa dal 14% al 12%. La mortalità infantile si è ridotta al 2%.

Secondo i dati forniti dal governo, il tasso di disoccupazione è sceso dall’8,9% (2006) al 6,20% (feb 2007) e la popolazione sotto la soglia di povertà è diminuita dal 37,9% (2005) al 23% (2009). Il numero di medici è passato da 20 per 100.000 abitanti nel 1999 a 80 per 100.000 abitanti nel 2010, ovvero un aumento del 400% e l’aspettativa di vita è passata da 72,2 anni nel 1999 a 74,3 anni nel 2011. Grazie all’Operación Milagro, lanciata nel 2004, 1,5 milioni di venezuelani affetti da cataratte o altre patologie oculari hanno recuperato la vista. Inoltre, dal 1999 al 2011 il tasso di povertà è passato dal 42,8% al 26,5%, il tasso di povertà estrema dal 16,6% nel 1999 al 7% nel 2011(2)

La difficile congiuntura economica ha comunque creato parecchi problemi al Governo. Molto materiale essenziale è venuto a mancare in quanto materiale di importazione. I prezzi sono quindi saliti moltissimo e i negozi spesso sono privi di alimenti essenziali. Inoltre, è in atto una fortissima guerra economica interna anche legata a traffici con la vicina Colombia dove i narcotrafficanti sono impegnati in una guerra contro il governo venezuelano che ospita parecchi profughi da quel paese. Molti alimenti a prezzo calmierato sono esportati in Colombia e rivenduti a prezzi più elevati sfruttando il popolo venezuelano e i poveri della Colombia. Ciò spiega, almeno in gran parte, le attuali difficoltà del Governo Maduro che hanno portato a una netta sconfitta nelle elezioni amministrative e alla nascita di un Parlamento ostile al Presidente e alle sue politiche di redistribuzione del reddito

L’opposizione politica in Venezuela

L’opposizione è guidata da un cartello elettorale chiamato MUD. Tale cartello è attivo fin dall’inizio dei governi progressisti. I suoi leader riconosciuti sono Henrique Capriles e Leopoldo Lopez. Capriles è formalmente a capo di un movimento di centrosinistra ed è stato sconfitto alle ultime presidenziali da Maduro. Leopoldo Lopez è in carcere, condannato a 14 anni per aver partecipato al tentato colpo di stato contro Chavez nel 2002. In sua assenza, la leadership pubblica della MUD e delle proteste di queste settimane è passata nelle mani della moglie Lilian Tintori. Costei è la signora che più appare nei video diffusi dai media mondiali. Il marito viene definito da più parti un prigioniero politico ma il processo che lo ha visto coinvolto come organizzatore degli scontri nel 2002 si è svolto secondo regole democratiche certe. Su quel periodo di scontri e sui numerosi morti vi sono state parecchie inchieste e le associazioni delle vittime stanno girando il mondo per illustrare in sedi istituzionali (tra cui l’Unione Europea) l’accaduto. Recentemente l’associazione delle vittime ha ricevuto udienza e sostegno dal Sindaco di Napoli, dal Movimento 5 stelle ma è stato ignorato dalla sinistra ufficiale in Europa tranne alcune eccezioni come alcuni eurodeputati di Izquierda Unida. Già nel 2002, le proteste erano sfociate in guerriglia urbana. Le cosiddette guarimbas si caratterizzavano per uso di ordigni esplosivi, armi e attacchi verso edifici pubblici, scuole e ospedali. Dal 2002 la tecnica non è cambiata così come il trattamento dei media che non esitano ad attribuire al governo morti che invece sono da attribuirsi ai manifestanti e spesso colpiscono militanti a sostegno del governo.

L’opposizione politica venezuelana spesso si nasconde dietro paraventi costituiti dalle Organizzazioni Non Governative (ONG) che il governo Maduro ha annunciato più volte di voler proibire con scarsi risultati. Una di queste, tra le più attive, è guidata da Rodrigo Diamanti (Un mondo senza bavaglio) ed è affiliata direttamente a Freedom House il cui principale finanziatore è il Governo USA. Il ruolo delle ONG è noto: anche in questo caso si tratta di organismi fintamente indipendenti direttamente creati dai governi i cui interessi sono direttamente riconducibili all’oligarchia venezuelana, alla difesa del libero commercio e dei profitti delle multinazionali(3)

La recente ondata di proteste. Il ruolo della Chiesa Cattolica. Le divisioni dell’opposizione

Dopo la sconfitta nelle legislative nel 2015, il Governo Maduro ha chiesto la destituzione di 4 membri del Parlamento (di cui tre dell’opposizione) accusati di frode. L’opposizione è insorta e dopo un periodo di incertezza il Governo ha dichiarato esautorata l’assemblea legislativa e passato alcune prerogative in mano alla corte di giustizia (manovra poi ritirata). Successivamente, la stessa corte annullava un referendum contro Maduro e dichiarava ineleggibile uno dei principali esponenti dell’opposizione accusato di corruzione (Capriles). A quel punto la destra della MUD scendeva in piazza. Le manifestazioni sono state subite definite oceaniche dai media internazionali. Le proteste violente di piazza (che in Italia verrebbero immediatamente derubricate a episodi di terrorismo) esaltate dai media come legittime proteste democratiche contro un “governo golpista”. Nel frattempo le contromanifestazioni a favore di Maduro sono state totalmente oscurate. Nelle manifestazioni ci sono stati episodi gravissimi e sono morti a oggi circa 30 cittadini venezuelani. I morti sono stati addebitati al Governo Maduro ma in realtà, nella maggioranza dei casi sono dei militanti chavisti colpiti da armi da fuoco di cui i manifestanti fanno largo uso. La controinformazione ha svelato questi retroscena che sono però assolutamente nascosti dai media internazionali che riportano solo i comunicati e le ricostruzioni dell’opposizione di destra. Tutto questo amplificato dal fatto che la stragrande maggioranza dei media venezuelani e latino americani è saldamente nelle mani dell’oligarchia e della destra mentre l’emittente Telesur è spesso oscurata a livello internazionale e recentemente proibita in alcuni paesi latinoamericani governati dalla destra. Eppure le manifestazioni in Venezuela non sono poi così imponenti. L’idea che il paese sia al collasso economico e democratico viene propagandata a piene mani ma in realtà le manifestazioni avvengono in precisi punti del paese (le zone ricche e borghesi), sono manifestazioni a cui partecipano quasi solo cittadini bianchi e ci sono ricostruzioni sensate relative al fatto che molti cittadini vengono pagati per commettere atti di sabotaggio verso le strutture sociali. Nelle zone povere del paese le manifestazioni non ci sono oppure sono a sostegno di Maduro contro i tentativi di sovvertire il governo.

Prima di continuare a leggere, proponiamo una breve rassegna fotografica

Josè Munoz Alcoholado. Cileno, tra i fondatori del Mir. Fu accanto ad Allende fino alla sua morte. Era a Caracas, in un ristorante dove gli è stato sparato a bruciapelo. Si trovava in Venezuela in un gruppo di appoggio al Presidente Maduro
Josè Munoz Alcoholado. Cileno, tra i fondatori del Mir. Fu accanto ad Allende fino alla sua morte. Era a Caracas, in un ristorante dove gli è stato sparato a bruciapelo. Si trovava in Venezuela in un gruppo di appoggio al Presidente Maduro
Rexol Acevedo. Leader sindacale chavista. Ucciso a colpi di arma da fuoco durante un blocco stradale dell'opposizione che cercava di ribargli l'auto
Rexol Acevedo. Leader sindacale chavista. Ucciso a colpi di arma da fuoco durante un blocco stradale dell’opposizione che cercava di rubargli l’auto
Juan Lopez, leader studentesco di sinistra. Assassinato da sicari in moto. Nei giorni precedenti alla smentita, mai riportata su alcun giornale italiano, era riportata la notizia di uno studente nuova vittima del governo venezuelano
Juan Lopez, leader studentesco di sinistra. Assassinato da sicari in moto. Nei giorni precedenti alla smentita, mai riportata su alcun giornale italiano, era riportata la notizia di uno studente nuova vittima del governo venezuelano
Foto della marcia delle signore in bianco. In prima fila Lilian Tintori. Queste e altre foto sono state riprese da molti siti internazionali e da alcune associazioni femministe italiane (Se non ora quando). Che invece hanno trascurato l'analoga marcia delle donne in rosso guidate dalla ministra per le pari opportunità
Foto della marcia delle signore in bianco. In prima fila Lilian Tintori. Queste e altre foto sono state riprese da molti siti internazionali e da alcune associazioni femministe italiane (Se non ora quando). Che invece hanno trascurato l’analoga marcia delle donne in rosso guidate dalla ministra per le pari opportunità
Lilian Tintori ricevuta dal Presidente golpista Brasiliano Temer
Lilian Tintori ricevuta dal Presidente golpista Brasiliano Temer
La marcia delle donne a sostegno del Governo Maduro che nessun media internazionale ha degnato di una riga. Totalmente ignorato anche dai gruppi femministi in Italia
La marcia delle donne a sostegno del Governo Maduro che nessun media internazionale ha degnato di una riga. Totalmente ignorato anche dai gruppi femministi in Italia

Che la situazione sia molto complessa lo sanno tutti e in primo luogo la Chiesa Cattolica. Non a caso, è partita dal Vaticano l’idea dell’apertura di un dialogo tra governo e opposizione; questa richiesta è stata accettata dal Governo Maduro ma rifiutata dai vescovi venezuelani e dalla parte più di destra dell’opposizione.

In Venezuela non c’è stata la rivoluzione socialista. Il governo bolivariano a un bivio tra rivoluzione e nuove concessioni alle oligarchie.

In un recente documento del Partito Comunista Venezuelano, alleato del governo e in prima fila nelle manifestazioni a sostegno di Maduro, si legge:

La Repubblica Bolivariana del Venezuela si ritrova minacciata ancora una volta da atti di violenza politica da parte di settori di estrema destra come parte dell’esecuzione di un piano destabilizzante elaborato dall’imperialismo nordamericano…

…In questa occasione l’escalation aggressiva contro il nostro popolo da parte di quegli attori dell’oligarchia e di estrema destra è molto maggiore…

…A parte gli atti di violenza anti-popolari con conseguente creazione di scarsità alimentari e l’alto costo della vita, atti terroristici sono accaduti in varie città in tutto il paese nelle ultime settimane…

…Questi atti sono stati accompagnati da una guerra nazionale e internazionale, la propaganda che guarda a creare confusione e istigare il confronto tra le nazioni, creando uno stato di caos e la violenza che favorisce solo una risoluzione cruenta della crisi politica, sia attraverso un colpo di stato o di un intervento diretto dall’imperialismo nordamericano e con le istituzioni internazionali a sua completa disposizione….(4)

Contemporaneamente, il Partito Comunista del Venezuela parla di una situazione interna al governo non rosea e attacca alcuni settori della borghesia:

…La classe operaia venezuelana ha bisogno che i settori della piccola borghesia che attualmente detengono il potere egemone nell’esecutivo nazionale, gli altri poteri dello Stato e dei partiti di governo, abbandonino immediatamente tutti i comportamenti settari ed egoisti che hanno indebolito solo il processo bolivariano e funzionato in modo efficace a favore dei piani dei nemici…

…Il Partito Comunista del Venezuela ha insistito per molti anni sulla la necessità di una leadership nazionale collettiva e unitaria di questo processo bolivariano di cambiamenti, ma i raggruppamenti della piccola borghesia che hanno esercitato il controllo egemonico sul governo non hanno prestato attenzione a queste chiamate e proposte…(5)

Il comunicato è chiaro: l’appoggio al Governo Maduro è senza condizioni e richiede la più ampia unità delle forze popolari. Contemporaneamente si sottolinea come l’eccessivo peso della borghesia al potere condizioni l’azione del governo che dovrebbe approfondire il processo rivoluzionario.

Vi è in questo un appoggio al recente discorso di Maduro che ha annunciato la nascita di una assemblea costituente popolare costruita attraverso l’impiego di una parte della classe politica ma anche espressione diretta delle associazioni popolari che detengono parte dei poteri stabiliti dalla Costituzione del Venezuela. Dopo questo annuncio, il dibattito tra le file governative e socialiste è serrato: in generale la proposta sembra andare nella giusta direzione ma vi è il rischio che una tale assemblea fatichi a procedere verso quelle riforme necessarie per rendere il processo bolivariano nuovamente in grado di ripartire.

Giù le mani dal Venezuela. Approfondire il processo rivoluzionario

Dalle cose dette è evidente che in Venezuela è in corso una offensiva politica guidata dall’imperialismo(6). L’obiettivo è il ritorno al potere delle oligarchie rappresentate dal centrosinistra in perfetta unità di intenti con la destra economica. Le manifestazioni di piazza sono un tentativo di giocare su una situazione economica e politica comunque non semplice. Le recenti vicissitudini dei governi progressisti in Brasile e Argentina sono lì a dimostrare le difficoltà di un processo generale progressista in America Latina che sembra giunto a un bivio. Contemporaneamente, in questi paesi i governi di destra che hanno sostituito i governi progressisti di Roussef (con un golpe parlamentare) e di Kirchner (sconfitta nelle urne) sono attaccati da enormi manifestazioni sindacali e popolari che ne contestano le politiche di destra. Queste enormi manifestazioni in Argentina e Brasile dimostrano che la destra economica può sfruttare le difficoltà economiche e sociali non risolte dai governi progressisti ma, una volta al governo, dimostra la sua fedeltà alle oligarchie e non può far altro che gestire gli interessi delle multinazionali, degli sfruttatori e dell’imperialismo. Che una simile sorte tocchi al Venezuela è quindi una possibilità da evitare ad ogni costo.

In tutto ciò spicca il ruolo del sistema informativo mondiale che continua ad alterare la verità. Ciò che succede in Venezuela oggi è esattamente identico a ciò che si verificò in preparazione al golpe del 2002 contro Chavez. Anche allora i morti dovuti al gioco sporco delle opposizioni furono attribuiti al Governo di Hugo Chavez. Anche gli attori politici e internazionali dietro a queste manovre politiche sono gli stessi.

Vi sono però anche delle differenze. Nel 2002 il prezzo del petrolio era alto e l’economia venezuelana era in grado di garantire i programmi sociali del governo, gli aiuti agli altri paesi progressisti e il contagio positivo delle esperienze progressiste latino americane. Oggi alcuni nodi irrisolti creano enormi difficoltà al governo Maduro stretto tra l’esigenza di non rompere con la borghesia che è rimasta al potere e la necessità di approfondire il processo rivoluzionario. La difesa del Venezuela e del Governo Maduro sono quindi una esigenza imprescindibile ma occorre che questa difesa non si adagi sulla difesa dell’esistente ma si adegui a una nuova situazione che richiede coraggio. Lo stesso coraggio che ha avuto Chavez in tutti gli anni in cui ha governato il Venezuela e che oggi, siamo certi, sosterrà anche il Governo Maduro nella resistenza di questi giorni e nel necessario contrattacco.

Morte all’imperialismo e all’oligarchia

Potere al popolo

Socialismo o barbarie

Note al testo:

  1. Un documentario molto interessante sul web, a proposito del tentativo di colpo di stato del 2002 è “La rivoluzione non sarà teletrasmessa”. Si trova a questo link https://www.youtube.com/watch?v=raqxkeLg7BI
  2. Fonte Wikipedia sezione Hugo Chavez in italiano
  3. Fonte Comidad. Ripreso nel sito Sinistra in Rete https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/9789-comidad-il-ruolo-delle-ong-nella-destabilizzazione-del-venezuela.html
  4. http://contropiano.org/documenti/2017/04/27/venezuela-partito-comunista-chiama-allunita-dazione-antimperialista-091275
  5. Idem
  6. Ciò che diciamo non è, purtroppo, patrimonio comune della sinistra in Italia. Si segnalano infatti prese di posizione molto disparate. Da coloro che vedono possibilità rivoluzionarie in un movimento sociale comunque spurio e creato dal chavismo, nonostante il rischio reazionario (qui) a coloro che invitano addirittura a rovesciare il governo Maduro in nome della rivoluzione proletaria in maniera indipendente (qui) o addirittura partecipando alle rivolte di piazza chiedendone una direzione diversa (qui).