AMIU e gestione rifiuti

Programma AMIU e gestione rifiuti

Il Comune di Genova, ribadendo una volontà espressa fin dall’inizio del mandato dalla Giunta Doria, si appresta a vendere AMIU ai privati. Il progetto prevede la cessione di una quota del capitale a IREN che controlla da privato l’acqua pubblica in spregio al risultato referendario contrario alla privatizzazione dei beni comuni e favorevole alla ripubblicizzazione del servizio idrico. Il Comune di Genova segue quindi fedelmente le indicazioni dei Governi nazionali e del PD: indicazioni più volte espresse dall’Unione Europea in riferimento alla necessità di privatizzare tutto il settore pubblico residuo. AMIU è pagata da tutti i cittadini genovesi con una tariffa obbligatoria: i buchi di bilancio e i disservizi sono quindi da imputare totalmente alle decisioni dei manager politici dell’azienda e alla volontà politica del centrosinistra. Il disastro giunge al culmine con lo scandalo della discarica di Scarpino su cui sta indagando la magistratura.

AMIU va mantenuta totalmente pubblica senza vendere neppure una piccolissima quota. Vanno valutate invece tutte le ipotesi di trasformazione societaria atte a favorire la richiesta di fondi e progetti di rifinanziamento per la creazione di nuove infrastrutture legate allo sviluppo della raccolta differenziata. L’azienda pubblica dovrà anche favorire un processo di reinternalizzazione di quei servizi che sono dati in appalto. Il sistema di commistione pubblico privato è in fatto al centro di spreco di risorse, corruzione e sfruttamento della forza lavoro nelle ditte appaltatrici.

Costruendo le infrastrutture necessarie alla raccolta differenziata (separazione secco-umido, lavorazione dell’indifferenziato a valle secondo brevetti già in uso in altri paesi, biodigestori per l’umido e discariche gestibili) questa deve essere estesa e rafforzata con la raccolta porta a porta magari incentivandola attraverso agevolazioni e sconti verso i nuclei familiari e abitativi che ne facciano uso continuo.