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Porto di Genova: USB contro le nuove ondate di precarietà

In una lettera volantino, USB Porto di Genova chiede che le nuove assunzioni nel Porto di Genova non aumentino ulteriormente il precariato e le divisioni tra lavoratori. La recente fusione PSA-SECH, che abbiamo raccontato qua, metteva già in luce il tentativo delle aziende dei terminalisti di entrare prepotentemente sulla organizzazione del lavoro. Come raccontato da un delegato USB in una nostra intervista, il lavoro in porto si regge su una organizzazione precisa in cui il lavoro interinale è gestito da una società (INTEMPO) con un controllo del lavoro temporaneo da parte della CULMV. Le recenti mosse dei terminalisti vanno invece verso la cosiddetta autoproduzione che è una manovra per poter ricattare maggiormente i lavoratori, introdurre nuove forme di lavoro precario ed abbassare i diritti di tutti.

Di seguito il testo diffuso da USB Porto di Genova

NO AL LAVORO PRECARIO NEL PORTO DI GENOVA
PER LA STABILIZZAZIONE DEI TEMPI DETERMINATI E PART-TIME, SOCI SPECIALI,
LAVORATORI INTERINALI
VOGLIAMO IL PIANO DELL’ORGANICO DELLE IMPRESE EX ART.16, 17, 18 DEL PORTO PREVISTO DALLA LEGGE.
AI LAVORATORI DEL PORTO DI GENOVA
AI DIPENDENTI, AI SOCI DELLA CULMV, AGLI INTERINALI.

L’organizzazione del lavoro del Porto di Genova prevede che il lavoro temporaneo sia fornito dalla CULMV. Allora perché i terminalisti assumono con contratti a tempo determinato? Perché vogliono creare una concorrenza al ribasso del costo del lavoro anche sul piano della flessibilità, sia all’interno del proprio organico che nei confronti della Compagnia. Perché d’altro canto i nuovi assunti non sono presi dal serbatoio degli interinali dell’agenzia per il lavoro Intempo per i 100 lavoratori in attesa di stabilità?

Prima che al precariato si aggiunga la mobilità dei lavoratori tra i terminal SECH e PSA, tutto in nome della flessibilità delle imprese ma a danno di chi il lavoro flessibile lo fornisce a rischio di occupazione e di salario come i soci della Compagnia e gli interinali di Intempo, chiediamo:
-la trasformazione dei contratti a TD accesi in porto in contratti a tempo indeterminato.
-in subordine, l’impegno a salvaguardare la continuità del rapporto di lavoro per tutti i lavoratori alla scadenza del contratto.
-l’incremento dell’organico della Culmv con la stabilizzazione dei soci speciali e degli interinali.
-chiediamo che il nuovo Piano organico sia presentato e discusso con tutti i delegati e portato a conoscenza di tutti i lavoratori del porto per affrontare i prossimi scenari produttivi soprattutto a seguito della pandemia COVID, oltre che dell’avvio del terminal di Vado e dell’introduzione di tecnologie per l’automazione.

30 dicembre 2020