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CALP: traffici di armi a Genova, dopo la Bahri avanti il prossimo…..

Il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali interviene nuovamente sulla questione dei traffici di armi
 
“Ci hanno perquisiti e denunciati, le accuse sono di “Associazione a Delinquere” e di aver trasformato dei bengala di segnalazione in “dispositivi micidiali” oltre ad una serie di altri reati commessi per contrastare il traffico di armi in porto diretti al conflitto in Yemen.
Nel frattempo, la trasmissione Presa Diretta dedica uno speciale ai traffici di armi italiane e agli interessi dei governi nel produrle e commercializzarle dal titolo evocativo “La dittatura delle armi”. Poco dopo arriva la decisione del Tar che respinge il ricorso dell’azienda italiana RWM – produttrice di armi – e revoca definitivamente le licenze all’esportazione di missili e bombe verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
Nel corso della lotta contro la Compagnia Saudita Bahri qualche armatore locale, contento delle difficoltà in cui si stava trovando un competitor, si è fregato le mani nella convinzione di acquisire nuovi traffici e incrementare quelli già in essere. Ignari che, nel frattempo, polizze e documenti riguardanti trasporti “pericolosi” partiti da Marsiglia con destinazione Jeddah della Compagnia Marittima genovese IGNAZIO MESSINA erano già nelle nostre mani.
Dal 2017 al 2020, in pieno conflitto Yemenita sono stati spediti dalla Compagnia Ignazio Messina quasi 200 container di cui circa la metà IMO – sigla che significa merci pericolose.
Destinazione? Ministero della Difesa della Guardia Nazionale Riyadh dell’Arabia Saudita.
I caricatori principali dei viaggi della Jolly Vanadio che compaiono nelle polizze di carico dal 2017 al 2020 sono Soframe, Nexter System e MBDA France. Con una semplice ricerca su internet si scopre che queste aziende sono “leader” nella produzione di veicoli e missili di uso militare e nella difesa terrestre di Francia e Europa.
Non sappiamo come andrà a finire, non sapevamo cosa la Questura di Genova e la Digos si stesse organizzando a fare contro di noi, ma come non ci siamo fermati allora, ancora più non lo faremo oggi nonostante le condanne gravissime che pesano sulle nostre vite. Continueremo la nostra lotta, continueremo a indicare i responsabili esteri o nostrani di produzione, commercializzazione e trasporto di armi a territori devastati dalla guerra, dove migliaia di persone vengono uccise o costrette a fuggire o a morire di fame, continueremo a bloccare e boicottare le navi i cui carichi di armi sono destinati a conflitti armati.”