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No green pass e no ai ricatti. Il Porto di Genova si ferma. La posizione di USB

Riportiamo due comunicati. Il primo di USB Lavoro Privato, il secondo della sezione di USB Porto che, ieri sera, ha lanciato il Presidio di Ponte Etiopia, rimasto bloccato per l’intera giornata. Oggi è stata la giornata dei lavoratori contro il green pass. Una giornata che ha detto chiaro che il problema è la richiesta di sicurezza, non certo il vaccino. Una giornata in cui fascisti e altri sono stati tenuti lontani dai varchi, come si capisce benissimo dallo striscione appeso davanti a Ponte Etiopia.

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Comunicato USB Lavoro Privato

Non si può pagare per lavorare! Via subito il green pass dai luoghi di lavoro. Salute e sicurezza devono essere a carico dei datori di lavoro
Dal 15 ottobre come tutti ormai sappiamo sarà introdotto il Green pass in tutti luoghi del lavoro, sia nel pubblico che nel privato. USB conferma anche oggi il suo giudizio negativo su uno strumento che non ha nulla a che fare con la salute pubblica e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Nei luoghi di lavoro le aziende si stanno “ingegnando” per introdurre nuove forme di controllo legate al green pass, distorcendo le tutele sulla privacy e minacciando addirittura “ipotesi di richieste di risarcimento del danno” nei confronti dei lavoratori che dichiarano di esserne sprovvisti.
Nel frattempo, in un quadro in cui i protocolli di Cgil Cisl e Uil si dimostravano già deboli, stanno saltando anche le più banali regole di sicurezza su distanziamento e DPI a fronte dell’insinuazione dell’idea che i posti di lavoro grazie il green-pass siano diventati delle isole covid free. Ma sappiamo invece che così non è.
Ed è per questo motivo che la nostra organizzazione continua a rivendicare:
1 – Che l’utilizzo del Green-Pass venga escluso dai luoghi di lavoro.
2 – L’introduzione di nuove misure a partire dallo screening a carico del datore di lavoro: la misura dello screening attraverso tampone rapido antigenico deve riguardare TUTTI i lavoratori laddove, nella valutazione del rischio effettuata dal datore di lavoro, si presentino particolari situazioni di promiscuità, mancanza di distanziamento, pericolo di contatto stretto o altro. In questi casi solo il medico competente potrà tenere conto della presenza di personale vaccinato al fine di determinare il piano di screening. Deve altresì rientrare tra le misure da attuare obbligatoriamente PER TUTTI i lavoratori in caso di focolai (legge 81/2008). In aggiunta ai protocolli esistenti il tampone antigenico va indicato anche per i lavoratori vaccinati in caso di sintomatologia lieve afferente al covid-19.
Tali operazioni devono essere gestite esclusivamente dal medico competente, nella riservatezza del dato sanitario. Lo screening deve essere a carico dell’azienda. In questo senso si dovrebbero prevedere potenziamenti di lavoratori pubblici diagnostici al fine di reggere l’incremento della domanda in convenzione con le aziende. Le Asl e altri enti pubblici preposti devono ricevere i protocolli e valutare l’adeguatezza dei metodi adottati ed eventualmente intervenire sia a livello consultivo che a livello di vigilanza.
3 – I DPI devono essere assegnati individualmente e vanno adottate nuove procedure di lavaggio degli indumenti di lavoro anche in aziende sotto i 15 dipendenti.
4 – I controlli interni devono essere di natura sanitaria e affidati alla valutazione del medico competente. Qualsiasi altro tipo di controllo deve avvenire nel rispetto delle norme di legge e deve essere sempre esclusivamente fatto da organismi pubblici e a campione, assicurando la casualità del controllo.
Il Governo dovrebbe assumersi le sue responsabilità, ma nella volontà di mantenere la situazione dentro al torbido decisionale più totale, sta scaricando sulle lavoratrici e sui lavoratori il peso di una discussione enorme e divisiva, permettendo alle imprese di servirsi della “calda coperta pandemica” per destrutturare diritti e introdurre misure che poco hanno a che fare con la salute pubblica.
Per questo motivo è necessario, mantenere una chiara impostazione nel merito delle misure di sicurezza, su cui è necessario far partire la discussione azienda per azienda.
La nostra organizzazione dà quindi mandato a livello nazionale ad attuare tutte le iniziative utili a sostenere queste indicazioni. Allo stesso tempo vanno respinte con fermezza iniziative che abbiano come scopo il rifiuto totale a qualsiasi misura di sicurezza tese ad abbracciare impulsi complottisti o negazionisti della pandemia.
Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato
Fonte:
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Comunicato di USB Porto di Genova

I lavoratori del Porto non cedono ai ricatti

Comunichiamo che in queste ore è in atto un blocco del varco di ponte Etiopia, del varco Messina, del varco salita San Benigno e del varco Passo nuovo-Albertazzi in seguito al grande numero di lavoratori che fin dalle prime ore del mattino ha subito l’entrata in vigore del decreto legge 127/2021 che prevede l’obbligo di Green Pass sui luoghi del lavoro privato.

In questo momento alcune aziende all’interno del porto di Genova stanno costringendo i lavoratori stessi a svolgere un ruolo di controllo del green pass dei colleghi, atto che mina la dignità del lavoratore e mira a spegnere sul nascere qualsiasi istinto di solidarietà all’interno della classe lavoratrice.

USB Porto denuncia questa inaccettabile strategia come lesiva dei diritti dei lavoratori e condanna il bieco tentativo di dividere ancora di più la classe lavoratrice all’interno del Porto di Genova.

Constatiamo come, nonostante questo tentativo, i lavoratori del porto dalle 6.00 di questa mattina con la presenza solidale di USB si siano organizzati per trovarsi in presidio presso il Varco di Ponte Etiopia e all’aumentare del numero abbiano scelto di bloccare anche il varco di Ponte Messina, Salita San Benigno e Passo nuovo-Albertazzi. In contemporanea dalle prime luci del mattino si e svolto un presidio presso il terminal P.S.A del porto di Voltri.

Ribadiamo l’inaccettabilità di un trattamento simile e la totale contrarietà al green pass sui luoghi di lavoro, come già esplicitato negli ultimi giorni; a fronte di ciò chiediamo che tutte le Aziende si facciano carico immediatamente della sicurezza sui posti di lavoro fornendo tamponi gratuiti a tutti i lavoratori del porto di Genova.

Genova, 15 ottobre 2021

Unione Sindacale di Base

Unione Sindacale di Base

Lavoro Privato

Sez. Porto di Genova

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Lavoro Privato sezione Porto