Telecom: continua la lotta delle tute rosse

CLATMartedì 14, con uno sciopero di tutta la giornata e due manifestazioni a Milano e Roma indette da Cgil, sindacalismo di base e CLAT, si scriverà una nuova pagina della lunga mobilitazione dei lavoratori di Telecom, che va avanti dal 6 ottobre. In questa data infatti l’azienda, che peraltro usufruisce da anni di contratti-solidarietà per 30000 dipendenti nonostante sia in utile, comunica la dismissione unilaterale della contrattazione di secondo livello.

La disdetta di questo integrativo si traduce in una serie di provvedimenti antioperai quali, una diminuizione salariale di 120 euro mensili, il blocco degli scatti di anzianità e dei premi, trasferimenti forzati da Milano e Torino a Roma sotto la minaccia di demansionamento, riduzione e restrizioni regolamentari di ferie e permessi, introduzione di orari flessibili che, calcolando le esigenze aziendali su basi semestrali, porterebbero le giornate lavorative a variare tra le 5 e le 10 ore.

Per l’attuazione di questi tagli, l’amministratore delegato Cattaneo, si porterebbe a casa un bonus di 55 milioni di euro.

Pe carità, niente di nuovo sotto il sole: i padroni che continuano la lotta di classe e il metodo Marchionne che prosegue. Ai lavoratori vengono tolte anche le briciole, necessarie a una vita dignitosa, mentre i manager si arricchiscono alle loro spalle.

Le “tute rosse” però non ci stanno. Dopo una prima fase in cui si registra l’ irremovibilità dell’azienda e un surreale tentativo di Cisl e Uil di aprire un tavolo di trattativa senza alcun mandato operaio, comincia un lungo percorso di mobilitazione che si snoda attraverso manifestazioni, un primo sciopero unitario il 13 dicembre, scioperi “a scacchiera”, un presidio al festival di Sanremo che, a partire dal Lazio, porta alla formazione del Collettivo Lavoratori Autoconvocati Telecomunicazioni (Clat Italia Link), che acquisisce un ruolo importante nella lotta e cerca di supplire alle indecisioni e le divisioni sindacali. La stessa Cgil, si schiera con i lavoratori solo dopo la nascita del movimento di lotta autoconvocato sostanzialmente obbligato dal protagonismo degli operai. Ciò nonostante l’azienda continua la sua linea della fermezza e i media ad occuparsi ben poco della vicenda.

E ovviamente manca completamente una forza politica che schierandosi a difesa e rappresentanza degli interessi dei lavoratori possa fornire una sponda ed uno sbocco alla vertenza. Tanto che, come accade spesso negli ultimi tempi, le uniche voci che si levano in loro favore sembrano venire dal Movimento 5 Stelle.

Per questo ci sembra importante dare risalto allo sciopero di martedì, che vedrà anche la partecipazione di una folta delegazione genovese che raggiungerà Milano in pullman e che continuerà ad opporsi alle misure sopraccitate, che proprio nei mesi di febbraio e marzo cominceranno a essere attuate.

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Video e comunicato CLAT