AMT pubblica e gratuita

Programma per AMT e trasporto pubblico gratuito

Il tentativo di privatizzare l’azienda di trasporti AMT è stata portata avanti fin dall’inizio dalla Giunta Doria. Attualmente l’azienda rimane pubblica grazie alle lotte dei lavoratori e dei cittadini. La privatizzazione sembra un desiderio imposto dai partiti come il PD che rappresentano l’anello di congiunzione tra il governo locale, quello nazionale e le direttive UE. La privatizzazione è però inutile e dannosa per i lavoratori e i cittadini. Occorre però che il servizio di trasporto sia reso efficiente, che venga rinnovato il parco mezzi e che le tariffe siano rimodulate a favore delle fasce più deboli. Di seguito le nostre proposte:

a) No alla privatizzazione del servizio di trasporto. Occorre recepire alla lettera il valore del referendum per i servizi pubblici che a stragrande maggioranza ha stabilito che acqua e servizi devono essere gestiti in modo pubblico e partecipato

b) Il debito di AMT non dipende dal costo del lavoro ma dai tagli dei trasferimenti governativi. Nel debito di AMT una parte è poi dovuta a politiche dissennate delle giunte precedenti, al gran numero di manager impreparati e super pagati. Il debito non dipende dall’evasione tariffaria in quanto il ricavo da biglietti e abbonamenti copre solo una piccola parte del bilancio

c) Il servizio pubblico di trasporto a Genova è fondamentale data la conformazione della città. Avere un servizio frequente ed efficiente migliora la qualità dell’ambiente, la salute dei cittadini e rende fruibile la viabilità cittadina. Il servizio serve soprattutto agli anziani, agli studenti e ai lavoratori a basso reddito ma è comunque un servizio di cui beneficia l’intera collettività

d) Il servizio come tale ha bisogno di essere gestito senza profitti di esercizio perché risponde a un criterio di utilità irrinunciabile. Per questo occorre aprire un contenzioso con il Governo Centrale per far aumentare i finanziamenti statali unendosi ad altri enti locali che rifiutano di applicare il Patto di Stabilità e lei direttive dei trattati UE

e) Le fasce più deboli (anziani, lavoratori e studenti a basso reddito, disoccupati) devono poter viaggiare gratuitamente. In prospettiva è possibile immaginare un servizio pubblico totalmente gratuito introducendo una piccola tassa per tutti i contribuenti di Genova divisa in base al reddito. Secondo calcoli recenti, l’intero contributo del biglietto e degli abbonamenti si potrebbe pagare con soli 15 euro mensili medi. Da questa tariffa potrebbero essere dispensate le fasce a basso reddito e avere quindi un servizio di trasporto totalmente gratuito per tutti

f) Per diminuire il contributo dei cittadini si può anche pensare a un contributo privato richiesto alle aziende e ai centri commerciali che vengono raggiunti (e fanno profitti) soprattutto attraverso il trasporto pubblico (questo sistema è già attivo in varie zone del Sud della Francia)

g) Il servizio pubblico gratuito non è un’utopia. Per anni Bologna e altre città lo hanno avuto, il Comune di Livorno lo sta ipotizzando cominciando dalle corse serali e notturne. Intere città come Sidney hanno servizi di trasporto gratuiti

h) Perché favorire il trasporto pubblico: perché è un servizio fondamentale per garantire la mobilità per le fasce meno abbienti, perché permette di raggiungere facilmente periferie e zone collinari, perché aumenta la qualità dell’ambiente e la vivibilità cittadina per tutti diminuendo il traffico privato

i) Nuove regole per la mobilità pubblica: occorre potenziare le corsie preferenziali introducendo regolazioni sui semafori in modo da favorire la mobilità pubblica e collettiva. Ciò comporterebbe diminuzione dei tempi di percorrenza, risparmio di carburante e qualità ambientale

l) Conclusione

Il servizio pubblico di trasporto deve essere considerato come un bene comune e sottratto alla logica del profitto. Per questo AMT deve rimanere pubblica e gestita da Comune (in funzione di ente di controllo e azionista), lavoratori e cittadini. I manager devono essere scelti in base a competenze e devono essere revocabili in ogni momento. Il servizio deve essere di tutta la collettività. Le fasce più deboli devono aver garantito il diritto alla mobilità attraverso servizi gratuiti che possono essere estesi a tutti attraverso un piccolo contributo (comunque molto inferiore alla spesa attuale per abbonamenti o biglietti che ricade solo sugli utenti). Il Comune deve essere in prima fila contro la diminuzione dei contributi statali ed unirsi ad altri enti locali nel rifiutare le norme sui patti di stabilità e nel rifiuto delle direttive UE sulla svendita del patrimonio pubblico.