Migrazioni, accoglienza, diritti

Programma accoglienza migranti e diritti

La questione dei profughi e richiedenti asilo è solo una piccola parte della questione dei migranti a Genova. I dati sulla presenza migrante a Genova sono in evoluzione e comprendono una vasta tipologia di figure dai richiedenti asilo fino alla regolarizzazione completa. Non esiste nessuna invasione da parte degli immigrati che al massimo compensano in parte il calo della popolazione della città. La questione è comunque spinosa in quanto si innesta in una situazione di crisi del tessuto cittadino dovuto all’austerità imposta dai trattati e dal Governo Centrale. In una situazione di diffusa insicurezza sociale è normale che si sviluppino paure che una parte della politica genovese alimenta sfruttando il razzismo come arma propagandistica. Il centrosinistra non risponde a queste politiche ma mette in campo politiche di accoglienza che alimentano i problemi.

Esistono leggi dello Stato che vanno totalmente cambiate: il fenomeno deve essere governato in maniera completamente diversa in modo da accelerare le pratiche per i richiedenti asilo e regolarizzare tutti coloro che decidono di vivere in Italia. Questo è l’unico modo per evitare la presenza di cittadini di serie A e di serie B, situazione che crea disparità di diritti e permette l’uso degli immigrati come arma di ricatto per politiche di abbassamento del costo di lavoro e l’introduzione di politiche securitarie che colpiscono non solo gli stranieri.

Il Comune di Genova si trova quindi in una situazione identica rispetto agli altri enti locali e deve mettere in campo politiche di persuasione nei confronti del Governo Centrale per una revisione generale delle politiche sull’immigrazione.

Innanzitutto occorre una regolarizzazione totale e immediata di tutti gli stranieri che vogliono risiedere in Italia fornendogli gli strumenti per ottenere lavori in regola e pagati secondo i contratti nazionali. Dandogli la possibilità di stipulare affitti e coprire le spese senza nessuna discriminazione rispetto ai cittadini italiani.

Le procedure di analisi del diritto all’asilo devono essere molto più celeri in modo da rendere il periodo di incertezza e di emergenza veloce e riassorbibile

L’emergenza deve essere risolta attraverso la più ampia possibile accoglienza in centri comunali. Occorre che i profughi possano avere risorse proprie da spendere. Un metodo potrebbe essere quello di fornirgli buoni di acquisto corrispondenti alla valuta in euro da spendere nel territorio comunale in modo da favorire il commercio come già avviene in altri comuni.

I profughi in attesa di asilo e i non regolari (che devono essere una eccezione temporanea e di breve durata) non devono lavorare gratis e, se inseriti in un circuito lavorativo, lo devono fare con uguali salari e diritti di tutti gli altri lavoratori.

Occorre mettere in campo strumenti pubblici come scuole per la lingua e sul rispetto dei diritti e dei doveri di ogni cittadino.

Il Comune di Genova, nel caso di inadempienze delle regole nazionali relativamente allo snellimento delle procedure di regolarizzazione, deve aprire una vertenza politica con il Governo nazionale e valutare la possibilità di permessi di regolarizzazione comunali per dare ai cittadini stranieri che ne facciano richiesta le stesse opportunità dei residenti.

Noi pensiamo che nel mondo esistano solo due razze: chi sfrutta e chi è sfruttato. Conosciamo bene la tradizione di accoglienza, antirazzista e antifascista di Genova e ne andiamo fieri. Crediamo però che occorra che questa tradizione sia dotata di politiche concrete e non solo di atteggiamenti ideali. In situazione di crisi, disoccupazione e impoverimento occorre che le politiche di integrazione e di accoglienza siano tali da non creare nuove situazioni di sfruttamento né per i migranti, né per i cittadini residenti. Fornendo a tutti parità di diritti e di tutele, evitando discriminazioni sul lavoro e sul welfare.