Le nostre ragioni per il no!

no-sociale-in-piazzaIl coordinamento per il no sociale Genova ha prodotto questo appello.

Vi invitiamo a diffonderlo e a sottoscriverlo scrivendo a nosocialegenova@gmail.com

Caro collega, vicino di casa, figlio, nipote, disoccupato, precario, lavoratore, pensionato, ecc…,

Cosa sai sulla Costituzione? Eppure ti interroghi sul perché del referendum che si svolgerà il 4 dicembre prossimo e quali sono le ragioni del nostro deciso e convinto NO!

Perché ci sono dei NO che vanno detti, che sono importanti. E questo lo è.

La Costituzione, nella sua forma originaria (perché è stata più volte rimaneggiata) entrò in vigore tanti anni fa, ne 1948. Era nata dalla Resistenza al nazifascismo, poneva al centro la difesa dei diritti della persona, la democrazia e l’uguaglianza di tutti i cittadini. La giustizia sociale doveva essere un orientamento fondamentale dell’azione politica dello Stato.

Fu scritta e condivisa da tutti i partiti dell’epoca, con coloro che avevano combattuto il fascismo con la Resistenza, e fu votata dai cittadini.

Forse, l’articolo che meglio rappresenta la Costituzione del 1948 è l’art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua , di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Siamo tutti chiamati quindi a “rimuovere gli ostacoli” che limitano la libertà e l’uguaglianza. Questo significa che vengono riconosciuti a tutti dei diritti (al lavoro, alla salute, all’istruzione, a ricevere servizi, alla partecipazione, ….). Attenzione: anche il diritto a protestare! Perché, sì, anche contestare un governante che prende decisioni che non ti piacciono è un diritto.

La Costituzione è la legge fondamentale della Repubblica italiana. Ha lo scopo di stabilire le regole e i principi fondamentali che sono posti al di sopra delle leggi. Nessuna legge può contenere regole in contrasto con la Costituzione. C’è un tribunale apposta, la Corte Costituzionale, che le annulla se ciò dovesse accadere.

Ma non tutti sono d’accordo a riconoscere sempre i diritti ai cittadini. Perché quanto più i cittadini sono tutelati, tanto più il profitto (cioè l’accumulo di ricchezza sulla pelle dei cittadini che lavorano, che studiano, che usufruiscono dei servizi pubblici per curarsi o per muoversi per la città per es.) ne risente.

Quindi ci sono persone che per garantire equilibri economico-finanziari del mercato mondiale ritengono che la Costituzione vada cambiata. Queste persone hanno dei nomi: Draghi, Trichet, J. P. Morgan. Si tratta di banchieri e finanzieri, principali voci dell’Unione Europea. Ti abbiamo citato di proposito queste persone perché hanno più o meno espressamente detto che la nostra Costituzione e il sistema politico che ne deriva non garantiscono la “governabilità” (“governabile” è chi si lascia docilmente “governare” senza fare tante storie), presentano troppe tutele dei diritti dei lavoratori e consentono un po’ troppo di protestare se i cambiamenti sono sgraditi. Insomma: tutto il contrario di quello che dice l’articolo 3, ma anche tanti altri articoli della Costituzione del 1948.

Queste sono le ragioni profonde per cui oggi viene chiesto di cambiare la Costituzione. E ci diranno che va cambiata perché il cambiamento è necessario. Ma questa è solo una delle bugie che sentiremo. Ed è per questo che noi la chiameremo controriforma.

Noi non vogliamo qui ripetere tutte le ragioni del NO partendo dall’esame puntuale della controriforma e dalla nuova formulazione dei 47 nuovi articoli. Molti lo hanno fatto meglio di noi. Quel tipo di analisi la diamo per scontata.

E’ importante, invece, non farsi ingannare dalle false ragioni del SI, che oggi stanno imperversando su giornali e televisioni.

Ci diranno che i primi 12 articoli della, cioè i “principi fondamentali” (principio democratico, pluralista, di uguaglianza, diritto al lavoro, autonomia degli Enti Locali, tutela delle minoranze, ….) rimarranno inalterati.

Ci vogliono far credere che modificare la Costituzione renderà il nostro “bel Paese” più moderno.

Ci diranno che produrrà “semplificazione”.

Ci diranno che saranno più garantite “stabilità” e “governabilità”.

Ma “più moderno”, “più governabile”, “più semplificazione” sono fumo negli occhi: in realtà significano cure sanitarie per pochi, una scuola che non darà più le stesse opportunità a tutti, pensioni da fame, precariato dilagante (jobs act, voucher). Significano inoltre meno democrazia, meno stato sociale e meno servizi per tutti.

E non è vero che i “principi fondamentali” non ne risentiranno.

Prendiamo, ad esempio, il nuovo Senato, perché è proprio quest’ultimo che vogliono trasformare: ci diranno che così diminuiranno i costi della politica (cioè quanto noi paghiamo i parlamentari), ma non è così perché i costi del Senato sono ridotti solo di un quinto e se il problema sono i costi si possono diminuire numero e stipendi di senatori e deputati. Verrà invece soppressa la possibilità dei cittadini di votare i loro rappresentanti al senato in modo diretto. I sindaci e i consiglieri regionali, che per la controriforma saranno anche senatori, faranno male sia il mestiere di parlamentare che quello di amministratore locale.

C’è da considerare che la controriforma insieme alla nuova legge elettorale (Italicum) già approvata, porterebbe al governo una minoranza parlamentare che solo grazie al premio di maggioranza si impossesserebbe di tutti i poteri: sarà una maggioranza falsa, gonfiata, che però governerà realmente. Questo comporterebbe che gli organi di garanzia (Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale) cadrebbero in mano alla falsa maggioranza prodotta dal premio.

Questi due esempi dimostrano evidentemente una perdita secca di molti principi fondamentali, compreso quello di democrazia e sovranità popolare.

Questo lettera è firmata da tutti coloro che intendono, come noi, metterci la faccia!

Sottoscrivetela e fatela circolare tre tutti i vostri conoscenti.

AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE NOI VOTEREMO NO!