Odessa grida vendetta!

La tragedia ucraina sgombera il campo da qualsiasi residuale illusione sulla natura sull’Unione Europea. Dietro i volti accattivanti dei politici che ci chiedono il voto per le elezioni europee si nascondono boia sanguinari che per anni hanno finanziato, addestrato, armato i nazisti ucraini che stanno massacrando chi resiste al genocidio etnico-politico orchestrato da Bruxelles e Washington.
I diretti discendenti politici dei “collaborazionisti” ucraini, che alleandosi con gli occupanti nazisti seminarono il terrore tra la popolazione locale durante la seconda guerra mondiale, sono ora gli squadroni della morte di Usa e Ue in territorio ucraino, dopo essere stati il vero “ago della bilancia” di piazza Maidan. Alla protesta popolare di cui le varie ONG occidentali
sono state le incubatrici e vere e proprie scuole di formazione dell’opposizione “ufficiale”, è subentrata ben presto la furia nazista che ha tra l’altro affossato militarmente ogni tentativo di mediazione possibile, per consegnare il Paese ad un governo fantoccio in mano sostanzialmente statunitense e subordinatamente europea.
Una rivolta “tossica”, erede delle rivoluzioni colorate ma più barbara e micidiale…
L’accelerazione delle dinamiche storiche verso una escalation del conflitto militare è l’epilogo inevitabile dello scontro in tempo di crisi tra il mantenimento della supremazia militare americana, l’espansionismo europeo guidato dall’asse franco-germanico e l’emergente potenza regionale russa, sullo sfondo di un montante protagonismo cinese e dei vari Brics.
Ma ciò che accadrà non sarà solo il prodotto di un clash tra differenti attori geopolitici contrapposti, sarà soprattutto il risultato della lotta di classe che in quel particolare contesto assume sempre più i contorni della guerra civile, così come della presenza o mancanza di una chiara mobilitazione popolare nel “ventre della bestia” europea.
Da un lato c’è una parte della popolazione ucraina, quella degli operai e dei lavoratori, che sta lottando per il mantenimento delle sue, pur risicate, condizioni di sopravvivenza affinché queste non vengano annullate dai programmi economici già enunciati dalle potenze occidentali: privatizzazione delle miniere, desertificazione industriale, taglio alle residuali
garanzie sociali, in particolare rispetto al prezzo del gas per uso domestico e alla possibilità di un alloggio, realizzazione sotto il segno del nascente blocco imperialista europeo del vecchio sogno nazista di fare dell’Ucraina il granaio dell’Ordine Europeo hitleriano. E accanto a queste concrete ragioni materiali ne aggiunge altre più “ideali”, ma non meno importanti: un patrimonio di valori che ha come perno l’antifascismo, la convivenza etnica, il pluralismo linguistico, una certa idea di fratellanza tra i popoli e di giustizia sociale e che ha le sue feconde radici sia nell’esperienza rivoluzionaria successiva alla prima guerra mondiale, che nella resistenza antinazista nel secondo conflitto globale.
Dall’altra parte, vi sono mercenari che combattono una guerra per procura, sfruttando i margini d’azione offertigli dall’imperialismo americano ed europeo, per imporre una società che unirebbe i tratti più spietati dei dettati neo-liberali con le peculiarità di un regime segregazionista: un mostro politico da far impallidire l’Apartheid in Sud Africa o lo stato
d’Israele in Palestina.
La strage di Odessa ne è la tragica l’esemplificazione.
L’epilogo di sangue di un revisionismo storico fatto là come qui di pennivendoli al soldo dei potenti, squadracce di fascisti “del terzo millennio” e istituzioni complici: ovunque si rafforza, la peste bruna galvanizza i fascisti locali e i loro complici, al di là delle loro fittizie contraddizioni “ideologiche”. Quindi, una lettura che schiaccia l’interpretazione dell’attualeconflitto ucraino sulla semplice contrapposizione tra differenti attori geo-politici non tiene in conto il protagonismo partigiano della popolazione che difende in primo luogo sé stessa ed il proprio futuro, anche contro quegli oligarchi che hanno dominato la scena politica ucraina, passati ben presto sul carro dei “momentanei” vincitori. Le letture che riducono tutto ciò che
accade oggi i Ucraina ad uno scontro interimperialistico cui non resta che dichiararsi “contrari”, producono un meccanismo per cui l’unica parte che resta possibile giocare è quella di spettatori più o meno indignati, che è il copione che le classi al potere vorrebbero recitassimo anche rispetto alle vicende politiche nostrane.
Per questo crediamo che sia importante rompere la cappa di immobilismo politico rispetto a ciò che sta avvenendo là, anche e perché è soprattutto il frutto delle decisioni politiche prese qua.
I politici europei ci stanno taglieggiando in ogni modo e vorrebbero imporci il silenzio sterile per potersi dedicare con più mezzi e più dedizione a fare la guerra nelle sue varie forme oltre i confini della UE. La lotta contro l’austerity non può essere sganciata dalla lotta contro la guerra le cui risorse si trovano nei soldi, beni e servizi di cui ormai quotidianamente ci
privano.
Per questo proponiamo di rilanciare la mobilitazione a Genova insieme a tutti coloro che già si attivano nei differenti ambiti sociali (lavoro, casa, territorio,…) contro l’attuale stato di cose.
LANCIAMO UN CONCENTRAMENTO POMERIDIANO IN PIAZZA BANCHI PER GIOVEDÌ 29 MAGGIO DIETRO LO STRISCIONE UNITARIO : “CON GLI ANTIFASCISTI IN UCRAINA, CONTRO L’UNIONE EUROPEA CHE FORAGGIA IL
NAZISMO.”
Abbiamo pensato di coniugare un momento di contro-informazione di massa, con un successivo presidio itinerante che avesse in quella piazza il proprio punto di partenza.
Successivamente in un giorno differente organizzeremo un momento di analisi e discussione, sulla scorta dei vari contributi che a livello nazionale si stanno sviluppando sulla questione ucraina.
Il nostro vuole essere un contributo tra gli altri ad una lotta che ci auspichiamo essere più ampia e articolata.
PENSIAMO CHE L’INIZIATIVA PER RICORDARE LA NAKBA PALESTINESE E CONTRO I VENTI DI GUERRA CHE SOFFIANO IMPETUOSI IN EUROPA, CHE SI STA ORGANIZZANDO IN QUESTI GIORNI PER IL 15 MAGGIO, POSSA ESSERE UN PRIMO MOMENTO DI DISCUSSIONE SULLA INEVITABILE TENDENZA ALLA GUERRA PRODOTTA DAL
CAPITALISMO.