Giovedì si torna in piazza contro le navi delle armi

USB Porto di Genova e CALP chiamano alla mobilitazione Giovedì 22 luglio dalle 10,30 alle 12

Comunicato

Un altro mondo è possibile? 20 anni fa a Genova lo abbiamo chiesto ai potenti del g8 e la risposta è stata la repressione più violenta (“una violazione dei diritti umani di dimensioni mai viste nella recente storia europea”, Amnesty International). Ma non smettiamo di lottare. chiedevamo allora diritti, benessere e pace per i popoli sfruttati e impoveriti dai profitti e repressi dagli eserciti dei nuovi imperialismi economici e politici. Continuiamo a farlo, ogni volta che transitano nel porto di Genova le “navi della morte” della famigerata flotta saudita che trasporta armamenti e esplosivi dai ricchi produttori occidentali ai teatri di conflitto armato nel medio-oriente e nel subcontinente indiano, dove si combattono guerre per scopi di potere geopolitico e di sfruttamento delle risorse economiche locali e delle povere genti che vi abitano.

Intorno al 20 luglio, 20° anniversario del g8, arriva a Genova la Bahri Jazan, una “nave della morte”. Come la nave sorella Bahri hofuf 10 giorni fa, trasporterà probabilmente gli esplosivi nei container sul ponte e micidiali armamenti da guerra nelle stive, che ha appena caricato a Baltimora in usa, uno dei maggiori centri mondiali di produzione bellica, per trasferirli in Sria o Yemen o Kashmir.

I portuali hanno già detto, da due anni a questa parte, che non vogliono collaborare a questo mercato della morte e chiedono che il porto di Genova adotti un codice etico di rifiuto dei traffici di armi verso i teatri di guerra civile e i paesi che violano i diritti umani. Come del resto stabilisce la legge 185/1990. Ma per fare questo occorre che le istituzioni (autorità di sistema portuale, dogane, capitaneria di porto, magistratura, prefettura) sostenuti dalle ipocrite dichiarazioni delle istituzioni locali, rispondano alle istanze dei lavoratori e dei sindacati, vigilino sui traffici di armi e rendano pubblici i dati sui carichi in movimentazione e transito, anche a garanzia della sicurezza dei lavoratori e dei residenti nei quartieri limitrofi al porto. Invece, ispirati dalle istituzioni locali e dalle imprese colluse con i mercanti di morte, la digos e la magistratura hanno denunciato sette portuali per avere manifestato contro l’arrivo di una nave della morte e minacciano il loro posto di lavoro.

invitiamo tutti i pacifisti, antimilitaristi, antimperialisti, internazionalisti, democratici al presidio contro i traffici di armi delle nave Bahri sotto palazzo San Giorgio “autorita’ portuale” il 22 luglio dalle ore 10:30 alle ore 12:00.

chiediamo di conoscere il carico della nave se corrisponde alle norme di sicurezza dei lavoratori e del commercio internazionale di armi, altrimenti la nave sia bandita dal porto.

chiediamo l’archiviazione dell’ingiusto procedimento penale contro i portuali.

chiediamo un porto sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale e

etico.

chiediamo come portuali di lavorare per il commercio pacifico al servizio del benessere dei popoli non per la guerra e la violazione dei diritti umani.