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30 giugno 2021. Grande corteo a Genova. L’intervento di Genova City Strike

Ieri, con partenza dalle ore 18,30 in Piazza Alimonda, e arrivando a De Ferrari si è tenuto il corteo organizzato da Genova Antifascista. E’ stato un bellissimo corteo, antifascista e anticapitalista con una nutrita presenza di giovani militanti. Siamo intervenuti durante il corteo come Genova City Strike. Di seguito il nostro intervento.

Alcune foto le trovate qua e qua

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Il razzismo è la faccia brutale delle nostre democrazie

Mentre in Italia si discetta se i calciatori si debbano, o meno, inginocchiarsi prima delle partite agli europei, nel mar mediterraneo si contano a migliaia i morti annegati mentre cercavano di raggiungere le nostre coste. Nel 2021, il ritmo dei naufragi è circa il triplo rispetto agli anni precedenti. A differenza di quanto accadeva fino a poco tempo fa, il ministro dell’interno Salvini non si può vantare di quanto sia assassina e criminale questa politica. Chi l’ha sostituito, anche in nome di un presunto antirazzismo, ovviamente tace. Come tacciono i giornali e i media.

Basta questo per farla finita con una retorica ammorbante per la quale in Italia si scontrerebbero due civiltà contrapposte. Da un lato una destra razzista e xenofoba, dall’altro un centro sinistra che si dice democratico, aperto e tollerante.

L’immigrazione, è uno dei temi in cui misurare il grado di crisi sistemica, di ipocrisia, di falsa coscienza di chi ci governa. Apparentemente tutti dicono cose diverse. C’è chi parla di preferenze nazionali, c’è chi straparla di accoglienza in virtù del fatto che all’Italia, tradotto ai padroni e agli sfruttatori, servono braccia. Ma in realtà i risultati sono gli stessi. Cioè un massacro.

Ma pensandoci bene, l’alternativa non esiste neppure in teoria. Lo scontro infatti è tra coloro che applicano una sorta di razzismo biologico e coloro che propongono lo schiavismo. Per tutti e due, gli immigrati sono forza lavoro da spremere, sfruttare e poi far morire nei campi o investiti da qualche crumiri nei picchetti in caso di ribellioni a condizioni degradanti.

Le migrazioni sono un effetto degli squilibri creati dal capitalismo. Il nostro paese, ne sa qualcosa, perché su quello squilibrio crea profitti, ovviamente per i padroni. Gli immigrati scappano da guerre, devastazioni ambientali, carestie. Noi esportiamo in questi paesi multinazionali che devastano, sfruttano, depredano risorse. Noi esportiamo in quei paesi armi e ordigni di guerra. Quando decidiamo di esportare democrazia esportiamo il fascismo sostenendo golpe militari, presidenti autoproclamati, sanzioni economiche ed embarghi.

Ovviamente dovremo fare il contrario. Se le navi trasportassero vaccini, giochi per bambini, libri, materiale scolastico, generi alimentari, a nessuno verrebbe in mente di bloccare le navi. Invece esportiamo armi. E chi si ribella, viene indagato per associazione a delinquere. In buona compagnia visto che la stessa sorte capita a coloro che provano ad evitare la strage nel mediterraneo.

Per chi fa il padrone, per chi sfrutta, per chi governa in nome di questi interessi il gioco è vincente. Si sfrutta dove si può, si creano migrazioni bibliche, si regolano i flussi facendo morire donne e bambini durante le traversate, si lasciano migliaia di lavoratori sotto ricatto senza documenti, senza diritti, per poter sfruttare meglio tutti.

Per chi lavora invece non è così. Per chi lavora invece i diritti non ci sono, la precarietà dilaga, i soldi non arrivano. E quando non servi più ti licenziano. E poi, arriva qualche fascista, che ti spiega che la colpa è degli immigrati.

In Novecento di Bernardo Bertolucci, viene recitato un monologo, in cui si spiega che i fascisti non nascono come i funghi. I fascisti li creano i padroni. Da noi i padroni sono talmente furbi e potenti che creano il fascismo ma pure il finto antifascismo che vediamo ogni giorno.

Non abbiamo alternative. Siamo deboli, siamo divisi, Ma abbiamo però una forza immensa che è. In fondo il loro incubo. Se rimaniamo uniti, siamo la maggioranza.

Collettivo Comunista Genova City Strike