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Due diversi mondi

Quando una grande rivoluzione sociale si sarà impadronita delle conquiste dell’epoca borghese (il mercato mondiale e le forze di produzione moderne) e le avrà assoggettate al controllo comune dei popoli più civili, allora il progresso umano cesserà di somigliare a quell’orrido idolo pagano che voleva bere il nettare solo dai teschi degli uccisi.”

Karl Marx, New York Daily Tribune, 8 agosto 1853

La mattina del 23 maggio, nella piazza centrale di Crema, le autorità locali e un folto gruppo di cittadini hanno tenuto una cerimonia per ringraziare i 53 medici e infermieri cubani che, dopo essere giunti in città nel pieno della pandemia, ritornavano in patria.

La Brigata Henry Reeve è giunta a Crema su richiesta della Regione Lombardia per coadiuvare i medici e il personale italiano in un momento in cui la situazione sembrava disperata. Il personale cubano era presente anche in altre città italiane e in altri stati non solo europei, rinnovando una tradizione decennale di aiuti che da Cuba partono per il resto del pianeta laddove vi sia una emergenza.

Nel periodo più difficile per l’Italia la Cina ha inviato tonnellate di aiuti al Paese mentre, a più di due mesi dall’inizio del contagio, continuano a mancare presidi medici a prezzi ragionevoli nonostante tutti gli annunci in diretta televisiva dei nostri governanti. La Russia ha inviato nel Nord Italia un gruppo di medici militari esperti in sanificazione e decontaminazione, questa storia all’inizio è stata raccontata con immagini che riprendevano i mezzi militari mentre sui media nazionali imperversavano opinionisti che paventavano per l’Italia il rischio di finire sotto il giogo di qualche presunta dittatura. Nei discorsi ufficiali, se non a mezza voce e con enfasi minima, il Governo Italiano si è dimenticato di ringraziare questi paesi gonfiando, invece, ogni dichiarazione di Trump su presunti aiuti al nostro paese, parlando diffusamente della benevolenza tedesca che ha reso disponibili alcuni posti letto per nostri concittadini in Germania, riportando ogni mezza frase, poi smentita nei fatti concreti, in cui i governanti europei parlavano di solidarietà internazionale e tra paesi.

Nelle stesse ore in cui i volontari cubani lasciavano l’Italia, il presidente francese Macron tuonava contro l’azienda medica Sanofi il cui dirigente responsabile spiegava che un eventuale vaccino sarebbe stato fornito in via prioritaria gli Stati Uniti visto che l’amministrazione Trump aveva finanziato la ricerca. L’azienda medica ha in parte ritrattato ma sui giornali di questi giorni escono notizie riguardanti un fermento nelle borse valori mondiali relativo alla possibilità di accaparrarsi l’esclusiva sulla commercializzazione futura di questo presidio medico, una volta terminata la formulazione. Il vaccino sarebbe infatti una soluzione a molti problemi ma, soprattutto, una possibilità per nuovi immensi profitti a vantaggio di chi ne detenesse il brevetto.

Un tipo di commercializzazione in effetti molto diversa da quella che da anni effettua lo Stato di Cuba, la cui ricerca biomedicale è all’avanguardia sullo studio e sulla commercializzazione dei vaccini che vengono diffusi in modo gratuito verso altri paesi in modo solidale, nonostante l’embargo che da decenni strangola l’economia cubana.

All’interno della crisi generata dalla pandemia globale, la risposta complessiva che i governi di tutto il mondo provano ad articolare è legata indissolubilmente al modo di produzione capitalista che la fa da padrone in tutto il pianeta. Anche in quegli stati in cui il sistema di governo nasce su basi differenti che devono comunque fare i conti con la complessità di un sistema ostile in cui è comunque necessario collaborare.

All’interno di questa cornice brutale gli Stati non si comportano tutti allo stesso modo: esistono differenti approcci. Per alcuni, ferocemente capitalisti sui morti e sulle cure mediche, si gioca una partita in cui la vita umana è subordinata ai profitti. Per altri è il contrario.

Tutto questo può essere considerato un complotto globale ma non nei termini in cui normalmente si discute di queste cose tirando in ballo massoneria, club più o meno segreti o illuminati venuti dallo spazio. L’unico complotto reale è il modo di produzione capitalista, la pretesa di voler monetizzare tutto imponendo una visione generale in cui ogni diritto è tale se comporta profitto e guadagno.

Alla fine è questo il motivo per il quale ai cassintegrati italiani non arrivano i soldi mentre alle imprese vengono garantiti generosi prestiti nonostante i disastri e la sottrazione di denaro e profitti nascosti in paradisi fiscali. È questo il motivo per cui “ripartire” in Italia e in altri paesi non significa ricominciare a incontrarsi e socializzare ma andare a lavorare per un padrone con il rischio di contrarre il virus. È questo il motivo per cui, nell’immediato ci si può ammassare nelle officine e nei grandi centri commerciali ma a scuola non ci si portà andare chissà per quanto tempo ancora.

È questo il motivo per cui sui giornali e sui media, invece di ringraziare i governi solidali si imbastiscono campagne denigratorie, si straparla di diritti civili presuntamente negati mentre non si fa cenno ai diritti sociali come quello alla salute, platealmente disatteso nel corso di questa epidemia.

In questi mesi abbiamo avuto la possibilità di pensare a molte cose. Tra le altre, a come siamo arrivati in Italia al disastro causato dalla diffusione del Covid-19, a come abbiamo reagito noi e altri paesi. Le scelte che il nostro Governo ha compiuto e quelle che andrà a compiere non ci sono indifferenti. Ma rimane un fatto, non saranno certo le scelte sul MES o sul Recovery found a cambiare un sistema basato sui profitti e sullo strapotere dei padroni, che rimarrà un sistema profondamente ingiusto, in cui gli uomini e le donne saranno trattati in base a criteri che nulla hanno a che vedere con l’umanità ma la contabilità aziendale, in cui salute e diritti saranno, al massimo, effetti secondari di scelte al cui centro staranno altri interessi: quelli dei padroni e dei potenti e non certo i nostri.

Un vaccino per il virus lo si potrà trovare e speriamo che accada presto, ma per il vaccino contro la barbarie capitalista non arriverà nessun aiuto dall’esterno, starà a noi trovarlo, con le nostre lotte, organizzandoci sempre meglio. Il nostro vaccino definitivo infatti sarà un sistema completamente ribaltato, un sistema che alla logica del profitto sostituirà la cooperazione e la fratellanza tra gli oppressi in ogni parte del mondo. Il nostro vaccino sarà il socialismo e sarà per tutti i popoli del mondo.

Collettivo Comunista Genova City Strike