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Enough is enough. Bollette, salario e diritti


193 mila 571. Questo è il dato, a oggi, delle persone che in Inghilterra hanno firmato una dichiarazione (Don’t pay UK) in cui si impegnano a togliere la domiciliazione bancaria delle utenze energetiche e, tendenzialmente, dichiarano di essere pronte a non pagare le bollette sempre più care. Dopo l’exploit iniziale della campagna lanciata da più di un mese, il cui obiettivo ambizioso era raggiungere un milione di firme, l’interesse sembra essersi affievolito. Quasi 200 mila adesioni, in ogni caso, non sono poche e l’obiettivo dell’iniziativa si va precisando meglio. I comitati locali inglesi che si sono coalizzati contro il caro vita sembrano sempre più convergere con le lotte delle trade unions il cui obiettivo, lanciato nella collaterale campagna “euough is enough”, unisce alla lotta contro il carovita rivendicazioni di tipo salariale, la lotta alla povertà alimentare e la critica agli extraprofitti delle aziende energetiche. Nel fine settimana, la campagna ha lanciato una serie di iniziative in contemporanea in quasi tutto il territorio britannico con buoni numeri di partecipazione e un notevole effetto comunicativo. Nella campagna le parole d’ordine sono chiare:

1) aumenti salariali generalizzati portando il minimo di legge a 15 sterline l’ora;

2) case decorose per tutti;

3) diritto a una alimentazione dignitosa con l’incremento a 20 sterline la settimana;

4) un tetto ai costi energetici che dovranno essere riportate ai prezzi antecedenti l’estate.

Concentramenti dei manifestanti dai sobborghi di Londra
Messaggi dai ponti durante le manifestazioni

I manifestanti si rivolgono principalmente ai lavoratori e alle famiglie in difficoltà. Se è presente la critica ai giganti dell’energia e alle speculazioni finanziarie, il grande assente è il conflitto russo-ucraino. Pesa in tal senso la posizione del Labour Party, che dopo l’espulsione di Corbyn, è tornato sui temi del New Labour di Tony Blair e si caratterizza per una posizione internazionale non troppo distante da quella dei conservatori. La campagna delle trade unions sposta però il focus e il Labour Party sembra, nonostante il suo immobilismo, in grado di beneficiare della situazione vista anche la crisi politica dei conservatori che, con l’arrivo della nuova premier Truss, appare sempre più in difficoltà (i sondaggi inglesi indicano un distacco abissale a favore del Labour Party in una possibile nuova tornata elettorale).

Sulla spinta iniziale delle mobilitazioni in Gran Bretagna, anche nel resto d’Europa comincia a muoversi qualcosa. La CGT in Francia ha iniziato con le mobilitazioni anche se i numeri non sembrano per il momento all’altezza delle aspettative. In Italia, da qualche settimana è attivo il movimento noi non paghiamo (link) che sta costruendo nodi territoriali ed ha già effettuato alcune azioni. Sembra però difficile raggiungere grandi numeri per ora. Il contatore infatti è fermo sulla soglia dei 10 mila contatti ed adesioni. Ma negli ultimi giorni molte azioni hanno interessato anche i media. Dal falò delle bollette a Napoli e a Bologna durante la campagna elettorale fino ai presidi davanti ai nodi ENI e delle altre aziende energetiche. Da segnalare le iniziative a sostegno dei cittadini teleriscaldati che si sono tenute in questi giorni a Torino e a Genova da parte di Slang USB (testo in fondo).

Presidio a Genova di ASIA USB davanti alla sede IREN
Cittadini teleriscaldati di Sampierdarena con militanti di ASIA USB a Genova

Anche in Italia sembra farsi strada l’idea che il problema del carovita non riguarda solo le bollette ma è una questione più complessiva che attiene ai salari bassi, all’annosa questione della precarietà e del lavoro povero (anche da noi sono in atto campagne per l’introduzione del salario minimo di almeno 12 euro l’ora, battaglia resa complessa dalla giungla contrattuale sul lavoro e dal fatto che in Italia il salario minimo di legge non esiste). Il tutto potrebbe portare al crescere di una mobilitazione di classe visto che a rimetterci saranno soprattutto i lavoratori e non certo i padroni, grandi o piccoli che siano. L’obiettivo è fare crescere una mobilitazione che arrivi almeno fino allo sciopero generale già proclamato dai sindacati di base per i primi di dicembre.

Redazione City Strike


Comunicato di USB Asia Genova

Oggi sotto la sede di Iren e alle torri della Fiumara, a Genova, gridiamo a gran voce CALMIERATE LE BOLLETTE, SUPERATE LE MOROSITÀ CON GLI EXTRAPROFITTI

Siamo al fianco di tutte le persone che hanno il sistema di teleriscaldamento e si vedono da mesi continui aumenti nelle bollette, quando questo sistema dovrebbe essere uno strumento per avere costi calmierati.

Stanchi degli aumenti, alcuni inquilini hanno deciso di organizzarsi e alcuni hanno già iniziato ad autosospendere il pagamento delle bollette, noi di ASIA USB non possiamo certo rimanere a guardare.

E proprio oggi con gli inquilini, siamo riusciti ad incontrarci, solidarizzare e soprattutto studiare un percorso di lotta insieme.
Le rivendicazioni sono chiare: la ripubblicizzazione dei servizi energetici; la riduzione dell’Iva al 5%; la calmierazione delle utenze.

CALMIERATE LE BOLLETTE, SUPERATE LE MOROSITÀ CON GLI EXTRAPROFITTI

ASIA USB Genova